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Il disturbo più sfigato al mondo

Luglio 29, 2019
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  • Psicoterapia strategica
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  • narcisista
  • terapia breve

Il disturbo più sfigato al mondo
Terapia Breve del disturbo narcisistico

Bernardo Paoli

Questo è il titolo dell’intervento che terrò al primo convegno nazionale della Società Scientifica di Psicoterapia Strategica. Vorrei darne una breve anticipazione.

Inizierei intanto dicendo che il “club dei narciso” è un bel club psicologico, una bella inclinazione psicologica. Gli appartenenti a questo club tendono infatti ad avere carisma e una propensione naturale per la leadership, ovvero hanno una capacità del tutto spontanea di far sentire coinvolti chi li circonda, conducendoli così a realizzare obiettivi comuni. E’ quindi di per sé una bella inclinazione psicologica. I problemi sorgono quando detta inclinazione si inclina talmente tanto da diventare un vero e proprio burrone: il precipizio del disturbo narcisistico, appunto il più sfigato al mondo che ci sia.

Hai presente quei personaggi così pieni di sé (e che arrivano addirittura a parlare di sé in terza persona) che, man mano che invecchiano, diventano sempre più patetici? Sono un ottimo esempio del precipizio narcisistico, il quale può essere mantenuto in modo ancor più rigido, grazie al raggiungimento del successo economico. Ma, è bene ricordarlo, successo non significa equilibrio; ovvero, si può essere ad esempio a capo di un’organizzazione di grande successo ed essere al tempo stesso persone del tutto squilibrate da un punto di vista psicologico. In organizzazioni di quel tipo, tra l’altro, si troverà una costante: chi è affetto dal disturbo narcisistico sceglie come collaboratori solo persone da lui facilmente controllabili. Insomma: gioca solo se vince, e quindi gioca facile. Qualcuno potrebbe dire che è un po’ un “codardo nelle relazioni”… e in un certo senso è vero, perché si circonda solo di persone insicure (la cui insicurezza da lui è costantemente alimentata) e di persone che tendono a sviluppare una dipendenza affettiva.

La problematicità di questo disturbo – e la sua sgradevolezza sociale e relazionale – è confermata dai molti epiteti poco lusinghieri con cui viene nominato da chi tratta questa psicopatologia: manipolatore affettivo, vampiro emozionale, crudele, perverso, arrogante, superbo, invidioso, anaffettivo, egoista cronico, tossico nelle relazioni… sì, perché la persona caduta nel precipizio narcisistico sguazza nelle relazioni e vive per le relazioni, manipolandole in modo tale che ciascuna di esse possa permettergli di raggiungere uno e un solo obiettivo: aumentare l’ammirazione degli altri nei propri confronti. Niente di ciò che fa è gratuito, c’è sempre un tornaconto personale: ogni scelta che fa è per essere sempre più ammirato… dalla macchina che sceglie alla casa che acquista, dalle parole che pronuncia ai gesti che compie, dagli ambienti che frequenta alla partner con cui si accompagna. Lo scopo della sua vita è molto chiaro: essere venerato… cosa c’è di più sfigato e patetico di un tratto del genere? Di un misero uomo che consuma tutte le proprie energie per convincere gli altri di essere migliore rispetto a loro?

Se è stato baciato dalla fortuna, può arrivare in suo soccorso un sintomo invalidante, che gli impedisce di continuare imperterrito a fare sfoggio di sé; ad esempio degli attacchi di panico, oppure l’ansia di poter contrarre delle malattie. A quel punto, e solo a quel punto, chiamerà uno psicoterapeuta. E, se sarà doppiamente fortunato, quello psicoterapeuta, mentre lo aiuterà a superare i sintomi di cui si lamenta, gli mostrerà la trappola in cui è caduto. Gli evidenzierà tutte le strategie fallimentari che hanno trasformato la sua bella inclinazione del club dei narciso nel brutto precipizio narcisistico. Ad esempio la strategia patogena dell’autocelebrazione: il fatto di non perdere occasione per parlare bene solo e soltanto di sé, per snocciolare i numeri dei propri successi, per sfoggiare con parole altisonanti la propria mercanzia… è proprio da sfigati. E chi si mette in mostra, suggerisce l’antica saggezza cinese, non brilla.

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CONVEGNO Psicoterapia strategica
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